Attenzione a quanti animali tieni in giardino: ecco i limiti di legge che non conoscevi

Nel contesto italiano, la gestione degli animali nel proprio giardino e all’interno delle abitazioni è soggetta a una serie di limiti e regolamentazioni, spesso poco conosciute e articolate su più livelli: nazionale, regionale e comunale. Non vi è una legge univoca che stabilisca un numero massimo di animali domestici ammissibile per ciascun nucleo familiare, e questo porta molti cittadini a commettere inconsapevoli irregolarità. Fattori chiave come la salute pubblica, il benessere animale e la convivenza civile sono alla base delle norme vigenti, che talvolta impongono restrizioni nette sul numero di esemplari o sugli spazi minimi necessari.

Le normative regionali e comunali: differenze e applicazioni

Uno degli aspetti più importanti da considerare è la forte variabilità delle disposizioni a livello locale. Mentre lo Stato italiano non ha fissato una disciplina generale per il numero massimo di animali che si possono detenere in casa o in giardino, sono le Regioni—e spesso anche i Comuni—a intervenire con propri regolamenti. In Lombardia, ad esempio, la legge regionale n. 33/2009 stabilisce che non si possono detenere più di 10 cani o gatti adulti per nucleo abitativo, escludendo quindi i cuccioli sotto i sei mesi. In casi eccezionali, se si desidera superare questa soglia, bisogna presentare una comunicazione scritta al Sindaco, il quale può autorizzare oppure imporre condizioni più restrittive per quanto riguarda la igiene, lo spazio disponibile e il benessere degli animali stessi.
La Regione Emilia-Romagna prevede invece un limite superiore fino a 15 cani, limitatamente a quelli da lavoro o da caccia, mentre per gli animali da compagnia il numero consigliato tende a essere minore. Alcuni Comuni come Gaeta hanno adottato regolamenti specifici: qui il limite fissato per animali custoditi all’esterno in giardini condominiali è di 5, mentre agli appartamenti è richiesto uno spazio minimo di 8 metri quadrati per ogni esemplare, a tutela sia dell’animale che della comunità circostante.
Da queste diversità emerge dunque la necessità di verificare puntualmente le norme del proprio territorio, possibilmente rivolgendosi agli uffici comunali o consultando gli atti regionali aggiornati.

Nessun divieto assoluto: la giurisprudenza e la Corte di Cassazione

Secondo la giurisprudenza e in particolare la Corte di Cassazione, non esiste un divieto generale di possedere animali domestici in casa o giardino. Tuttavia, questa libertà non è illimitata: l’ordinanza n. 1823/2023 chiarisce che ogni proprietario è responsabile di mantenere condizioni di vita compatibili con una corretta convivenza civile. Ciò significa che la presenza degli animali non deve causare disagi rilevanti agli altri condomini, né dare luogo a problemi di igiene.
In ambito condominiale, dopo la modifica dell’articolo 1138 del codice civile nel 2013, i regolamenti non possono vietare del tutto la deten­zione di animali domestici, ma restano obblighi riferiti a rispetto degli spazi comuni, igiene e tranquillità della comunità. In sostanza, tenere animali domestici è una libertà garantita, ma viene meno se non si è in grado di garantirne la cura, la sicurezza e la salubrità ambientale per tutti i residenti.

Animali da compagnia: regole generali e casi particolari

Al di là dei cani e dei gatti, esistono regolamentazioni specifiche anche per altri animali come roditori, uccelli e rettili. Ad esempio, Milano limita a 15 esemplari adulti per ciascuna specie all’interno di una stessa abitazione, sempre nel rispetto di criteri di igiene e benessere animale. In caso di numeri elevati, il proprietario è tenuto ad avvisare le autorità comunali, che possono imporre condizioni aggiuntive o, nei casi estremi, vietare la detenzione per motivi di sanità pubblica.
All’aperto, in giardino o in spazi verdi condominiali, molte amministrazioni sono particolarmente rigorose: il numero consentito di animali è spesso limitato non solo per ragioni di spazio, ma anche per evitare rumori, odori e rischi per la salute. E’ fondamentale rispettare anche le disposizioni sui recinti e sulle strutture di ricovero, che devono essere idonee a proteggere sia gli animali che le persone dalla trasmissione di malattie.

Accesso agli spazi pubblici e responsabilità del proprietario

La normativa nazionale, ai sensi dell’art. 18 bis, consente agli animali da compagnia di accedere alle aree pubbliche come giardini, parchi e spiagge, a condizione che siano accompagnati dal proprietario e dotati di guinzaglio e museruola o di altri adeguati strumenti di contenimento. Vi sono però zone specifiche (come le aree giochi per bambini) nelle quali la presenza degli animali è vietata, e ciò viene chiaramente segnalato da appositi cartelli di divieto.
L’educazione e la responsabilità del proprietario sono essenziali anche quando si portano gli animali all’esterno della proprietà privata. Il rispetto degli altri cittadini, la pulizia degli spazi pubblici e il controllo dei comportamenti dell’animale derivano non solo da norme scritte, ma da buone pratiche di convivenza e civiltà.
Per approfondire il significato e la varietà degli animali domestici oggi presenti in casa e giardino, si può consultare la voce Animali domestici su Wikipedia, dove sono trattate sia le specie più comuni sia i criteri di scelta e cura.

Per quanto riguarda la sanità animale, argomento fondamentale nelle legislazioni locali e per la prevenzione delle malattie, è utile consultare anche la pagina sanità animale di Wikipedia, che offre una panoramica sui principi igienici richiesti dalla legge e sulle patologie più diffuse tra gli animali domestici.

In conclusione, occorre sempre essere informati e consultare non solo le leggi nazionali ma anche quelle regionali e comunali, per evitare sanzioni e proteggere la salute di persone e animali. Benessere, tutela della collettività e responsabilità personale sono i pilastri di una corretta gestione degli animali in giardino, per vivere serenamente e nel rispetto di tutte le norme vigenti.

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